Ebbene si, anche noi parliamo de "Il grande fratello "!
Non
sfuggiamo alla regola che lo vuole argomento del giorno e, anche se
malvolentieri, dobbiamo ammettere che gli autori e coloro che hanno deciso quest'operazione (perché sia chiaro che non è una trasmissione
televisiva!) hanno ottenuto il loro scopo: che se ne parlasse! "Il
grande fratello" è un grande business, un operazione commerciale in grande
stile, una novità strombazzata come evento televisivo da molto prima che
cominciasse. Normale che chi ha nel suo DNA piccole dosi di curiosità, un
po' s'intrigasse. Se poi aggiungiamo che Canale 5 lo sta propinando in
tutte le salse, che è divenuto anche un fenomeno editoriale grazie ad un
giornale apposito e fra poco certamente nasceranno anche i gadgets si
capisce perché tutti ne parlano, perché anche chi vorrebbe disinteressarsene
si ritrova davanti, senza andarsele a cercare, le facce di Pietro, Cristina
e Salvo!
Il
nostro giornale non ha voluto prendere posizioni, così ha condotto
un'inchiesta (telefonica e via Internet), per conoscere un po' più a
fondo il giudizio degli italiani su "Il grande fratello".
Ad
un campione di 150 persone, soprattutto del Sud Italia, abbiamo posto le
seguenti domande:
-
Cosa ne pensi del programma "Il grande fratello"?
-
Avresti partecipato anche tu?
-
Come giudichi e vedi i ragazzi che stanno chiusi nella "grande casa"?
-
Sei favorevole o contrario a questo nuovo modo di fare televisione?
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Alessandro Lukacs |
I
risultati, ad essere sinceri, non ci hanno sorpreso più di tanto... Alla
prima domanda, 30 persone hanno risposto di non seguire il programma e di
non esserne interessati; 40 intervistati, soprattutto giovani da 20 a 35
anni, hanno ribadito che seguono le vicende di Marina e compagni e le
trovano avvincenti ma, ad esempio, Paola, ventiquattrenne napoletana,
precisa che l'operazione avrebbe potuto avere un reale interesse se non ci
fosse stato un premio finale in palio, per vedere come e cosa fanno tante
persone, che non si conoscono, costrette a vivere insieme per 100 giorni,
così, invece, non sono naturali perché fanno di tutto per risultare
simpatiche e arrivare a vincere la somma in palio. Ottanta persone non
gradiscono il programma; di esse, il 30% lo trova noioso e senza ritmo, il
30% sostiene che è da vedere quando non si ha altro da fare, il restante 40%
pensa che il tutto sia combinato e non frutto naturale, come invece si vuol
far credere. Alla domanda "Avresti partecipato anche tu?", solo 45
intervistati (tutti giovani, da 20 a 35 anni) hanno risposto di sì, per
gli altri è inaccettabile la condizione di essere spiati, sempre, e di
essere sottoposti a regole assurde. Esprime bene il concetto Sonia, 33 anni,
di Napoli, la quale ha detto di non poter accettare di essere in cattività.
"Come giudichi i ragazzi che stanno chiusi nella 'grande casa'?"... A
questo quesito, il 50% degli intervistati si è diviso equamente sul
giudizio... simpatici e interessanti o stupidi e vuoti; il 50% invece li
considera dei buoni attori, persone spinte da una forte dose di
esibizionismo e tanta voglia di pubblicità. Infine, all'ultima domanda, un
terzo degli intervistati ha risposto che, si, questa nuova televisione
dovrebbe avere un futuro, perché, ad esempio per Silvia, 22 anni, di Casoria (Napoli), è appunto un genere innovativo, mentre Silvio,
ventiduenne napoletano, apprezza il tentativo di interazione, che andrebbe a
suo dire aumentata. I commenti dei due terzi che hanno asserito di essere
contrari a questo nuovo modo di fare TV, sono stati molto vari. Chi non
approva questa TV "guardona"; chi trova questo tipo di trasmissione noiosa
e senza mordente; chi afferma, come Adriana, 29 anni, e Sandra, 31 anni, di
Napoli, che "Il grande fratello" deve rimanere un caso isolato; chi, e sono
i più, sostiene l'inutilità della stessa, non essendo riuscito a intuirne lo
scopo e non trovandola assolutamente costruttiva.
"Il
grande fratello" è un classico figlio del nostro tempo, dove si corre alla
ricerca del nuovo per fare scalpore, per mettersi in mostra, far comunque
parlare, perché il normale non soddisfa più. Più che il contenuto, conta
l'apparenza e questo è proprio il sale di questo programma (che solo per
comodità stiamo chiamando tale...) targato Mediaset.
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Mascia
Ferri |
I
suoi protagonisti sono dei Signor nessuno (o meglio, erano...) che la
cronaca sta innalzando a divi navigati. La nostra inchiesta a quali
conclusioni ha portato... Ha ribadito proprio che "Il grande fratello" trova
i suoi proseliti tra i giovani, che sono più che altro incuriositi dalla
cosa e interessati a partecipare in prima persona, soprattutto per
accaparrarsi la somma in palio. Gli altri, e sono i più, non capiscono quale
voglia essere lo scopo del programma.
Cosa
potrà mai interessare alla gente vedere ciò che fanno dieci ragazzi (tanti
erano all'inizio, prima che man mano, uno alla volta, alcuni venissero
eliminati) chiusi in una "grande casa", dieci ragazzi limitati nelle loro
abitudini, perché non hanno orologi, non possono utilizzare cellulari, TV,
radio, carta e penna?... Ecco che tra di loro nascono delle storie, degli
intrecci sessuali, ad uso e consumo del Dio audience, ecco che vien fuori
che i protagonisti erano sì sconosciuti al grande pubblico ma ognuno di loro
aveva già mosso un qualche passo nell'ambiente dello spettacolo, seppur a
livello di provino, ecco che chiaramente si intuisce che Marina & C.
sembrano spontanei, in realtà ognuno di loro recita una parte, magari
stabilita a grandi linee prima di entrare nella casa. E molti, non a caso,
li hanno definiti dei buoni attori. Dunque, se poteva avere un qualche
interesse assistere alla vita in comune di dieci persone che non si
conoscevano ed erano isolate dal mondo, ricordiamoci che nulla di quanto
essi fanno è naturale, perché sanno di essere sotto l'occhio vigile e
costante delle telecamere e, perciò, ogni loro mossa è falsata.
Una
realtà finta, si, vissuta per far accanire il telespettatore. Anche il
cosiddetto voyeurismo, che molti hanno asserito potrebbe far scattare "Il
grande fratello" nella gente, non ha ragione d'essere, in quanto il voyeur è
colui che gode a spiare persone nelle loro azioni più intime e nascoste; qui
i protagonisti sono coscienti di essere spiati, sempre, quindi non fanno
nulla che non vogliano fare.
Insomma una TV che va nella direzione sbagliata. Non ci spiegheremo mai
quale insegnamento possa dare, che interesse possa avere il vedere una
ragazza che prepara il caffè o lava i vetri o un altro che cucina, quando
poi non li vedi tutti in gruppo che ballano, dipingono o cantano (per
seguire le direttive del "fratello") e sembrano piuttosto dei tipi che un
po' hanno perso il lume della ragione!
Non
dimentichiamo, infatti, il lato seriamente negativo di questa
"trasmissione"... I ragazzi devono vivere al di fuori della realtà per 100
giorni, non per 10. Se all'inizio l'esperienza può essere simpatica e
divertente, perché nuova, dopo uno o due mesi può subentrare la noia ed
anche la paura, come ha affermato il noto psicanalista Aldo Carotenuto. La
casa assume l'aspetto di un manicomio perché i ragazzi sono obbligati a
stare in quegli spazi, a non poter fare le cose più elementari, a vivere,
periodicamente, lo stillicidio delle nominations e delle esclusioni (ogni
15 giorni uno di loro, fra due "nominati" dai compagni, viene votato dal
pubblico e fatto uscire dalla casa). Non un gioco innocente, insomma. Chi
ci può assicurare che domani qualcuno dei ragazzi in questione non possa
avere conseguenze a livello psicologico? Forse nemmeno i ragazzi hanno
pensato a questo, spinti dal fatto che, bene o male, l'avventura comunque
porterà nelle loro tasche 100.000 £. per ogni giorno di presenza al "Grande
fratello" e, ancor di più, potrà cambiare la loro vita, regalandogli una
popolarità enorme ed insperata ed un futuro, chissà, nel mondo dello
spettacolo.
Questa televisione comunque va fermata e non dovrebbe essere appoggiata da
personaggi di spicco che danno quel che di "idolo" a ragazzi sconosciuti e
che nessun merito artistico hanno. E' una TV finta, che vuole cambiare il
modo di fare televisione, che toglie allo spettatore il gusto ed il piacere
di assistere ad una storia o ad uno show e gli serve su un piatto d'argento
una bella porzione di polvere. Una TV verità, che ci mostra la vita
quotidiana? No, assolutamente, è solo un assistere ad un lento e inesorabile
declino della televisione.
Pubblicato nel dicembre 2000 sul mensile “Proposte di classe”
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