Cantante dalla voce immensa, attore di teatro, di cinema e di fiction TV,
ballerino sciolto e gradevolissimo, spigliato intrattenitore, giocoliere,
equilibrista… Massimo Ranieri! Sì, tutto questo è Massimo e
per questo pensiamo di poter tranquillamente dire che, quando abbiamo avuto
il grandissimo piacere di assistere al suo spettacolo “Accussì grande”
– che ha lo stesso titolo del suo ultimo CD - al teatro Augusteo di
Napoli, abbiamo visto… l’arte in scena.
Accade molto raramente di trovarsi senza parole per descrivere la magìa che
stai vedendo, di non avere più mani per applaudire, più voce per gridare
“Bravo”. Tutto questo è successo guardando Massimo a teatro. E’ accaduto non
solo a noi ma all’intera platea che riempiva il teatro fino all’ultimissima
fila, una platea che è stata di Massimo e con Massimo per tutta la serata,
senza quasi mai smettere di applaudire o di cantare insieme a lui o di
portare il tempo musicale. Una platea quanto mai eterogenea, tutte le età
erano presenti e tutte le età applaudivano con forza.
Questo vorrà pur dire qualcosa, vorrà dire senz’altro che Massimo è un
artista. Uno di quelli – pochi – che non ti stanchi di osannare e di amare.
Perché il tuo affetto e il tuo sostegno lo merita tutto, per quanto – tanto
– lui riesce a trasmettere a te pubblico.
“Accussì grande” si è aperto con l’interpretazione – da parte di Massimo –
di “Tu si ‘na cosa grande”, ha poi continuato con “Fenesta vascia”,
trasformata in una ballata dal colore melodioso. Attraverso “Lacco ameno”,
“Vent’anni”, “E ti penso”, una rinnovatissima “Se bruciasse
la città” – che ha anche fatto in parte cantare alla platea -, “Pigliate
‘na pastiglia” – in chiave macchiettistica -, “Rose rosse”, “
‘Na casciaforte” – che ha accompagnato con passi di tip tap -, “Io te
voglio bene assaje”, si è arrivati a “Torero”, proposta come una
trascinantissima e magica ballata. Ranieri ha poi cantato “La pansè”,
in versione molto soft e con qualche macchia di blues (uno squarcio di show
meraviglioso). Ancora, la voce di Massimo ha regalato “I te vurria vasà”
e “Furturè”, quindi uno spicchio di pura magìa… Ranieri ha
interpretato – coadiuvato da una bella voce femminile – “Malafemmena”
intervallandola ad “Amapola”… l’emozione era sulla pelle. Altre
canzoni, altro show… “Io, mammeta e tu” con un fil di jazz, “Torna
rundinella”, “Lazzarella”, “Via del Conservatorio”, “Erba
di casa mia"… E’ il momento di una stupenda e irresistibile “Rumba
degli scugnizzi” mentre il finale è un’autentica ovazione… Massimo
intona “Perdere l’amore”. E la sala tutta canta con lui…
Il
sipario cala ma la gente ha voglia ancora d’emozione… E Massimo, con un
classico che non tramonta mai, saluta tutti con “ ‘O surdato ‘nnammurato”.
Questa volta, dopo averlo letteralmente e meritatamente sommerso di
applausi, dobbiamo proprio andare via…
Una scena piuttosto fredda e spoglia, quella del palco su cui Massimo si è
mosso – enormi ponteggi metallici nei quali erano “inseriti” i bravissimi
strumentisti che lo hanno accompagnato - ma riscaldata e riempita da un
continuo susseguirsi di suoni, colori e balli - che cambiavano spessissimo
la scena - e dai momenti in cui Massimo ha dialogato con un bambino,
idealmente con se stesso bambino, narrando a grandi linee la sua storia…
I più grandi successi di Ranieri mescolati ad alcuni dei maggiori successi
della tradizione classica napoletana, a loro volta bagnati e mixati a
sonorità mediterranee. Il tutto condito da splendide coreografie (di Franco
Miseria) ballate da sei coppie di danzatori che hanno arricchito la scena e
nelle quali anche Massimo si è inserito a meraviglia.
A volte ci chiediamo perché Massimo Ranieri sia così amato. Crediamo lo sia
perché… è nato dal niente, in una zona popolarissima di Napoli (il
Pallonetto a Santa Lucia), ed è arrivato ai massimi livelli dello spettacolo
facendosi da solo, percorrendo un gradino alla volta… spazia da una
disciplina all’altra (abbiamo detto… canzone, ballo, recitazione,
conduzione…) con indiscussa abilità, lasciando davvero nulla
all’approssimazione… si dona al suo pubblico senza risparmiarsi… perché lui
è artista dentro…
Ecco perché è amato da un pubblico vastissimo, che va dai 15 agli 80 anni!
Tre generazioni cantano le sue canzoni a memoria e lo adorano… e sono
disposte a pagare un biglietto abbastanza salato per vederlo in scena.
Perché in cambio ricevono… il Massimo!
(Febbraio 2006)
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