No,
non è un titolo anacronistico: il nuoto era già in voga, appunto, presso gli
antichi romani, mentre le gare di nuoto, nel senso competitivo moderno si
svilupparono in Giappone, in seguito ad un’ordinanza emanata dall’imperatore
Go-Yozey nel 1603, in base alla quale il nuoto veniva incluso nelle
discipline scolastiche obbligatorie. In Italia, il primo circolo di nuoto
nacque nel 1891. Dopo questa breve parentesi storica, veniamo a noi. Il
nuoto è sempre stato uno sport “ben visto” dalla maggioranza dei genitori,
il perché lo analizziamo insieme al signor Tiberio Cavallo, direttore della
piscina “Vomero Nuoto Club”.
-
Signor Cavallo, prima di tutto la ringrazio per averci concesso qualche
minuto del suo tempo. Altri circoli, Posillipo in testa, hanno dimostrato,
non so per quale motivo, meno trasparenza e maggiore scortesia…
-
Mah’… non so, noi non abbiamo certo misteri da difendere, anzi…
- Mi
metto nei panni di un genitore che abbia una mezza idea di iscrivere il
proprio bambino in piscina: come mi convince?
- Le
posso dire che il nuoto è senza ombra di dubbio lo sport che meglio realizza
la disciplina motoria…
- …cioè?
- Da
noi arrivano bambini, anche grandicelli, che hanno bisogno per prima cosa di
essere messi sui binari della giusta coordinazione motoria, ovvero bisogna
insegnar loro come muovere le braccia nei tempi giusti, per intenderci;
inoltre il nuoto è uno sport traumatico, simmetrico, in quanto sviluppa
tutte le parti del corpo, sia dal punto di vista scheletrico che muscolare,
al contrario di altri sport che privilegiano braccia o gambe…
- A
proposito di età, quando si può cominciare?
-
Non prima dei tre anni, e con le debite precauzioni. Nella maggior parte dei
casi, un bambino di tre anni non va a scuola, non conosce quindi molti
luoghi e persone al di fuori dell’ambito familiare, per cui è consigliabile
fargli fare il “battesimo” della piscina in compagnia di uno dei genitori,
rendendo “giocoso” anche l’ambiente acquatico; insomma, tutto deve avvenire
in maniera molto graduale ed in modo che sia per il bambino un’esperienza
piacevole.
-
Come è il programma settimanale per un bambino di tre anni?
-
Allora, a tre anni il programma sportivo di un bambino consiste in sedute
settimanali in piscina da 50 minuti l’una; a sei anni gli “allenamenti”
salgono a tre la settimana, sempre di 50 minuti ciascuno. Verso i 7-8 anni,
invece, quando cominciano ad intravedersi le potenzialità, gli allenamenti
possono prevedere degli esercizi specifici, di riscaldamento, tipo
stretching.
- I
bambini devono utilizzare un abbigliamento specifico?
-
No, assolutamente! Tranne che nelle manifestazioni agonistiche, ovviamente,
in cui si devono adottare i colori sociali.
-
Per quanto riguarda la parte “economica”, che spesso è uno dei motivi di
rinuncia, cosa mi dice?
- Si
tratta di pagare una retta sociale trimestrale, almeno per quanto riguarda
il nostro circolo, di 210.000 lire, indifferentemente dalla frequenza e
dall’intensità di frequenza dei soci, 70.000 lire al mese è il prezzo medio.
-
Signor Cavallo, la ringrazio ancora e spero che diventerà nostro lettore!
-
Senz’altro!
Pubblicato nel mese di Giugno 2001 sul mensile “Proposte di classe”
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