COME CRISTALLI DI SALE
Come cristalli di sale scendono su un manto innevato portandolo allo stato liquido, vorrei che perle di sole cadessero sul mio cuore aggrumato regalandogli la fluidità, la leggerezza perdute nella notte del tempo.
(14/11 – 16/12/2004)
IL GIORNO NON ARRIVA MAI
Miraggi di felicità… Sogni rincorsi a cruda pelle. Attimi di stelle lontane. Stagioni di forte maestrale. Fame di carne su carne. Corpo sfibrato d’emozione. Follìe assenti. Pazzìe inesistenti. Orizzonte chiuso ad albori di letizia. Notte che rincorre notte. Il giorno non arriva mai…
(17/10/1995)
SCRICCIOLI D’UOMO
40 centimetri d’uomo. Butta aria dalle labbra. Dovrebbe essere musica di Napoli, sono solo suoni stanchi e imperfetti accompagnati da un ricamo di fisarmonica. Lo guardi e dici “Come farà mai a suonarla così, a quell’età?” L’ha imparata dalla vita, così come i suoi occhi hanno imparato a chiederti pochi spiccioli. Glieli dai mentre ti chiedi a chi andrà quella moneta… Ma è un bambino e il tuo cuore non può rifiutargli un gesto d’amore. Tu speri possa comprarsi un panino o un piccolo ninnolo. E se quei soldi andranno invece al suo padrone… Maledizione! Come si può sfruttare uno scricciolo d’uomo! Lui ha diritto al sorriso, all’amore, al calore, al giocare… non a lavorare! Quanti scriccioli d’uomo hanno perso l’innocenza per essere nati nel mondo sbagliato…
(3/1/2005)
NAPOLI CHE SI SVEGLIA
La sfogliata calda di “Scaturchio”; la prima copia del “Mattino”; tu che, al rischiarare, raggiungi il mare per il pesce quotidiano; tu che, all’angolo di via Roma, posizioni il tuo banchetto e, clandestinamente, ti guadagni il pane; tu che, cartella in spalla, raggiungi i tuoi compagni e, insieme, andate in quella scuola che vi formerà alla vita; tu, piccolo uomo, che raggiungi il tuo boss per imparare la via più rapida alla carriera di camorrista; le strade del centro che diventano un pullulare di auto e suoni; il cielo che non dimentica di colorarsi d’azzurro. Napoli si sveglia e inizia una nuova giornata.
(12/4/1995)
LA NOSTALGIA
Infilo il coltello nella nostalgia e la divido a piccoli pezzi. Ne assaggio poca alla volta così da non finirla mai. Non riesco a mangiarla tutta e a rimanerne senza.
(13/5/2004)
E’ LA MIA VITA
Che cosa sarebbe stata la mia vita senza conoscere il tepore del tuo respiro, senza assaporare il Paradiso delle tue labbra, senza sapere la dolcezza del perdermi nelle tue braccia, senza provare l’estasi dei tuoi occhi lucidi affondati nei miei…. Che cosa sarebbe stata la mia vita se in quell’istante non fossi venuto nella mia vita…. Il niente, amore. E’ la mia vita e il solo averti conosciuto le dà un senso, è mia ragione di vita.
(29/1/1999)
CHI? POETA?
Chi? Poeta? Non mi fermo sulla metrica e sugli ossimori. Non riesco a vedere la linea infinita del cielo tra i barattoli del sale e del caffè. Non riesco a sentire il profumo delle rose nell’armadio della mia casa al mare. Chi? Poeta? Poesia è per me una lacrima di sangue, un sorriso che si bagna, un verso che ti elettrizza. Poesia è non avere il cuore intero ma in tante briciole, che bruciano e fanno male ma non smettono mai di battere. Chi? Poeta? Io? Forse.
(17/9/2004)
VITA DI MAMMA
Guardo il suo viso e vedo il tempo andato... Tracce di polvere sul suo lento andare Macchie di penna sul suo viso spento Squarci di sole nei suoi occhi vivi, nei suoi occhi in cerca di mille perchè, di mille speranze. Vita di mamma, di mamma mia adorata Vita riflessa nei miei occhi tristi. Troppo poco per una vita, una vita che non vuol fermarsi al nostro bivio, regalarci un sentimento. E il tempo va... Il tempo, un soffio di poesia che si posa sull'argento.
(1999)
CAMMINO
Attraverso il bosco delle indecisioni Arrivo alla valle dei desideri Salgo fin sulla montagna dei sogni e poi mi ritrovo nella pianura della nostalgia e delle delusioni.
(22/7/2004)
I DIMENTICATI
Li vedi aggirarsi per le strade, notte o giorno non fa differenza, senza chiedersi perché, senza chiederti perché. Uno straccio di lana o cotone li copre agli occhi della gente, unghie bordate di rosso, piedi affossati in scarpe d’un secolo, barbe lunghe d’anni, guance rosse d’alcool, sguardi allucinati o che chiedono pietà, occhi persi nel vuoto. Se ti fanno paura non è colpa loro, il destino li ha esclusi dalla vita.
Li vedi aggirarsi per le strade, raramente in compagnia d’un cane, molto spesso seduti nel sudiciume, ad aspettare non si sa che cosa, ad aspettare che passi il tempo, perché per loro non c’è speranza, per loro non c’è domani, loro sono i residui dell’umanità, i dimenticati da Dio e dal mondo, nati solo per espiare colpe di chissà chi.
E se li guardi, capisci che anche se non hai niente, in realtà hai tutto, hai la speranza, hai la vita davanti, loro ….. aspettano sulo ‘a morte!
(6/07/1995)
SVEVA
Sveva guardava il mare Sveva guardava oltre, guardava la linea indefinita ove il cristallo del cielo e il corallo del mare si sposano e danno vita a quella perla di luce infinita. E sognava, sognava figure impossibili… Seduta sulla gelida sabbia invernale, bagnata da poche gocce ghiacciate che le spaccavano l’anima, Sveva fissava il suo pensiero in quel che fu, nel non più possibile; rivedeva le sue pagine rosa tra gocce di lacrime e pioggia che la riportavano sulla sabbia. Destò il suo sguardo d’improvviso, una briciola di cane faceva feste nel suo grembo! Spostò il suo sguardo nella placida distesa azzurra, un piccolo pescatore tornava a riva col suo carico di fatica. Si voltò di scatto sul lato, il palloncino d’un cucciolo d’uomo la colpì. Sveva sorrise. Non era più sola, la perla di luce era lì, la vita era con lei. Sveva non guardava più il mare, non guardava più oltre…
(23/1/2004)
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