IL NULLA
Nel dentro della sfera, del tempo che trascorre, l’essere umano spera ma l’ora non ricorre.
Vieni e prendimi, Nulla; siccome una favilla questa mia vita annulla.
Conducimi per mano verso lo zero, il niente, deh portami pian piano.
Non farmelo sapere quando il momento giunge, non darmi di vedere.
Ma come una sorella abbracciami assai forte e come spenta stella conducimi alla morte.
da “ LE BREVI POESIE”
IL SOFFIO
Ti attenderò all’incrocio delle strade maestre che si allacciano nel tempo, senza riguardo di quello che accade.
Mi siederò aspettando, nel frattempo. Non c’é nessuna fretta, lo so che arriverai di nottetempo.
Di giorno, con la luce non ti alletta di giungere allo svincolo fatale che passa per la strada tutta retta.
E quando il gioco vale, la candela si spegnerà di certo, estinta dal tuo Soffio micidiale.
da “PENSIERI IN METRICA”
CREATURA
Creatura di purissima bellezza, al mio sguardo non hai alcun difetto. Sul tuo cammino si solleva brezza
che mi scompiglia dentro, nel mio affetto che a te soltanto invero posso dare, amata, dolce e pura al mio cospetto.
Come potrei guardarti e non provare quello che tutti al mondo hanno cercato ma solo il fortunato può trovare.
Perciò quando ti guardo, oh cuor beato, non ho bisogno d’altro nella vita; mi basta il tuo sorriso che é restato
rinchiuso nella mente mia smarrita. Guardami dunque, almeno un’altra volta, creatura che dal magico sei uscita.
da “PENSIERI IN METRICA”
INUTILE
Quando il tuo corpo é qui vicino al mio, con gesto un poco incerto provo ad accarezzarti.
É inutile l’amore che ti porto, inutile il fuoco dentro il mare, inutile la pioggia nel deserto.
Sei fredda accanto a me nel tuo splendore, l’anima tua si é persa, lontana, in altri lidi.
Potessi accompagnarti sulla spiaggia dove i tuoi sogni hanno un loro fine, dove i tuoi passi imprimono le orme.
Provo ad accarezzarti con gesto ancor piú incerto, quando il tuo corpo é qui, vicino al mio.
da “PENSIERI IN METRICA”
EUTANASIA
Febbrile rancore d’un corpo spento che non ha più speranza, che non é più cosciente.
Freddo grido, gettato contro il vento, un ultimo respiro di voce ormai morente.
Queste le dimensioni del lamento che portano alla soglia da dove non si torna.
Disperata agonia che nel tormento aspetta che una mano lo liberi per sempre.
E liberato alfine, in un momento, dal giogo del dolore, ridà alla Madre quel suo corpo spento.
da “PENSIERI IN METRICA”
OCCHI
Come occhi ciechi fissi contro il sole, così son gli occhi miei quando ti guardo. E come arti che non hanno forza, così son le mie braccia che vorrebbero stringerti vicina, ed anche senza scopo, ed anche senza amore.
Come un sentiero che si perde dentro nella foresta scura e sconosciuta, così sono i pensieri che lancio nella notte, e senza una risposta, ritornano riflessi come un’ eco.
E dentro un sogno ti vorrei trovare, per rivederti ancora. Con occhi ciechi fissi contro il sole.
da “PENSIERI IN METRICA”
IL SUONO
Suono dei miei pensieri che aggrovigliati e muti soltanto la mia mente può sentire.
Canto di amori spenti, rimasti senza luce, perduti nello scuro dei ricordi.
Ritratti frantumati dai fragili momenti di sogni lacerati dentro il tempo.
Giovane innavo, al mondo di rosa colorato; dell’orizzonte non vedevo il fine.
Ma ora il vento é freddo, rabbioso, lacerante. Dentro, nei miei pensieri, ascolto il suono.
da “PENSIERI IN METRICA”
FRAMMENTI
Frammenti di dolore nella mente. Briciole di pensieri persistenti che affiorano cercando una risposta.
Fiaccole accese e dopo spente, come amori deliranti e tradimenti.
Piccole parti inane. Schegge d’idee lontane. Grani d’invano nulla.
Rincorrono, s’aggirano ammassati, nel labirinto che Dedalo ha creato per tutti quei momenti del passato.
Per tutti quei tormenti della vita. Per tutti quei frammenti di dolore.
da “PENSIERI IN METRICA"
IL VOLTO
Con le sue dita adunche un grande buio m’avvolse nel suo lenzuolo scuro.
E giù, sotto il profondo, potevo rivedere le immagini sfocate di un mondo cancellato.
E sotto la latebra, avvolto dal sudario di ghiaccio sempeterno, potei vedere il volto.
Avrei voluto invero non guardare, ché la visione scosse il mio cervello. Come poter descrivere un tal volto che é stato sfigurato dall’Eterno.
da ”LE BREVI POESIE”
IL GRIDO
Un’estate lucente già passata, lentamente ritorna, immacolata.
Un gioco di bambino in uno spazio erboso, mi sembra ancor vicino.
Ma del mio primo amore ricordo poco e niente, mi prende un gran furore.
E nelle stanze scure della mente io grido tanto forte, ma chi sente!
da”LE BREVI POESIE”
IL CAMINO
Nel mezzo del camino era sparita, dello vitello la braciola mia, che era tanto buona ed arrostita e già se l’ han fregata e così sia. Così per lo sfamarmi non avea che annusar l’ odor ch’ era rimasto ché la mia panza già più non potea, rifocillarsi con un nuovo pasto. Facendo di sfortuna provvidenza, pensai che una dieta era appropriata, così dello mangiare feci senza pur anco con la fame inappagata. Ma una cosa sola s’ é accertata, che dell’ odore solo non si campa; chi dal camin la carne s’ é fregata, gli possano tagliare quella zampa.
CANOVACCIO
Molte parole volano nell’aria come uccelli impazziti che non trovano rami.
Volendo riposare dopo il volo, richiedono attenzione per essere ascoltate.
Stai quindi accorto alla conversazione che é fatta di silenzio da una delle parti.
Lo so, ci vuol pazienza ad ascoltare, ché tutti noi abbiamo un grande orgoglio e ci sentiam speciali in questo mondo.
Dappresso trasciniamo un canovaccio intriso di polvere e ricordi.
da “PENSIERI IN METRICA”
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